Francesco Guccini

Acque è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nel suo sedicesimo disco di inediti Parnassius Guccinii pubblicato nel 1993. Il titolo si riferisce ad una tipologia di farfalla dell'Appennino tosco-emiliano scoperta nel 1992 da Giovanni Sala, il quale ne scelse il nome in onore del cantautore modenese. La canzone si presenta come una ballata cantautorale che descrive in maniera poetica i molteplici volti dell'elemento più importante in natura. Degna di nota è la linea di basso di Ares Tavolazzi.

Addio è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Stagioni pubblicato nel 2000. Si tratta del suo diciannovesimo lavoro in studio, disco che il cantautore emiliano dedica al \"passare del tempo\" scandito in natura dalle stagioni. La canzone è la traccia di chiusura del disco e, a detta dello stesso autore, è la prosecuzione a distanza di anni di uno dei suoi grandi classici: \"L'avvelenata\"... mantenendo così coerente la voglia di non sottostare alla tristezza.

Amerigo è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album omonimo pubblicato nel 1978. Ottavo lavoro in studio per il cantautore di Modena, è dedicato alla nota figura dell'esploratore fiorentino Amerigo Vespucci, paragonato dallo stesso Francesco al suo prozio Enrico Guccini. La canzone apre il lato A del 33 giri ed è proprio dedicata al suo parente che, come tanti, fu \"costretto\" ad emigrare negli Stati Uniti per cercare un lavoro.

Auschwitz è una canzone scritta e incisa da Francesco Guccini nel 1967 e contenuta nell'album Folk beat n. 1. È una delle canzoni più toccanti e conosciute dell'artista di Pavana; affronta infatti il tema dei campi di concentramento e dei milioni di vittime dell'olocausto. La prima parte del testo è narrata da un bambino che ad Auschwitz è morto, vittima dei forni crematori; la seconda voce narrante è quella dell'autore che si chiede il perché di tutte queste atrocità. Da segnalare nel testo il continuo richiamo al vento inquieto che assiste a questo orrore e si poserà solo quando l'uomo imparerà a vivere senza uccidere i propri simili.

Autogrill è la prima traccia di Guccini, undicesimo album di Francesco Guccini pubblicato nel 1983 dalla EMI. Il filo conduttore dell'intero disco è il viaggio, visto però sotto un occhio critico, in quanto ritenuto abbastanza inutile ai fini della conoscenza. La canzone tratta, in un contesto ai limiti del surreale, di un innamoramento improvviso e la sua impossibilità di concretizzarsi date le circostanze.

Autunno è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Stagioni pubblicato nel 2000. Diciannovesima fatica discografica per il cantautore modenese, malgrado il titolo contiene solo tre pezzi dedicati ad esse tenendo fuori l'estate... ritenendosi non in grado di raccontarla al meglio. La canzone è la terza traccia del disco, una ballata in cui l'autunno diventa esistenzialista; il testo, di alto livello poetico, prende spunto dallo stile di Montale a Ungaretti.

Bisanzio è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Metropolis pubblicato nel 1981. Decimo lavoro in studio per il cantautore di Modena, viene concepito come una sorta di concept album il cui tema portante sono le città che nel corso dei secoli hanno fatto la storia. La canzone in questione vede come protagonista la bella città di Istanbul che un tempo si chiamava Bisanzio; traccia d'apertura del lato A, racconta il periodo di Giustiniano che non curante delle dicerie sposò una prostituta.

Bologna è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Metropolis pubblicato nel 1981. Decimo lavoro in studio per il cantautore modenese, ha come filo conduttore la vita alienante nelle \"Polis\", città che per Guccini hanno un preciso valore simbolico e storico. La canzone infatti è dedicata a Bologna, sua città adottiva, e viene descritta con il suo solito gusto poetico fatto di immagini e paragoni: un pezzo che ci porta per mano tra le sue vecchie vie.

Canzone Quasi d'Amore è un brano scritto e inciso da Francesco Guccini, contenuto nell'album Via Paolo Fabbri 43 pubblicato nel 1976. Settimo lavoro in studio per il cantautore modenese, è dedicato nel titolo alla via di Modena in cui viveva negli anni Settanta dopo essere venuto via a malincuore dal paesino sull'Appenino emiliano. La canzone è la seconda traccia del lato B, un pezzo in cui emerge la difficoltà di vivere e di comunicare il proprio malessere e il proprio senso di inadeguatezza.

Canzone dei Dodici Mesi è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini nel 1972, presente nell'album Radici. La canzone descrive l'alternarsi delle stagioni e dei mesi dell'anno, evocando le sensazioni e le immagini legate a ognuno di essi. Il pezzo si caratterizza per la scrittura poetica delle parole, in cui Guccini utilizza una lingua ricercata e precisa per descrivere le varie sfumature del tempo e della natura. Musicalmente, la canzone è un lento e malinconico valzer, con un accompagnamento di chitarra acustica e archi.

Canzone delle Domande Consuete è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini contenuto bell'album Quello che non... pubblicato nel 1990 dall'etichetta discografica EMI. Quindicesimo lavoro in studio per il cantautore modenese, riscuote un ottimo successo di pubblico. La canzone viene premiata come \"Miglior canzone dell'anno\" dal Club Tenco, per il valore artistico e letterario. Una ballata molto intensa e struggente, accompagnata dall'arpeggio di una chitarra classica.

Canzone delle Osterie di Fuori Porta è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Stanze di vita quotidiana pubblicato nel 1974. Sesto disco di inediti per il cantautore modenese, è uno dei suoi lavori più significativi e da cui ha attinto in maggior parte per le sue scalette live. La canzone è il brano d'apertura dell'album ed è stata composta nel 1972; una ballata folk-cantautorale dove le chitarre acustiche sono le protagoniste dell'arrangiamento e la particolarità è rappresentata dalla Tabla che lascia il passo al Banjo.

Canzone delle Ragazze Che Se Ne Vanno è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Stanze di vita quotidiana pubblicato nel 1974. Sesto lavoro in studio per il cantautore modenese, è stato definito da lui stesso come il suo disco più sofferto a causa delle continue e pressanti richieste del produttore. La canzone è il penultimo brano dell'album, una ballata folk in stile cantautorale dal sound marcatamente americano... a parte un'esotica marimba.

Canzone di Notte è una canzone di Francesco Guccini pubblicata nel 1970 nell'album L'isola non trovata. La canzone racconta la solitudine del protagonista durante la notte, che gli fa riflettere sul passato e su ciò che ha perso. Il testo, molto poetico, è accompagnato da una melodia delicata e malinconica, suonata principalmente con la chitarra acustica e arricchita da alcuni fiati. La canzone è il brano d'apertura del lato B ed è diventata una delle più famose di Guccini.

Canzone di Notte n. 2 è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Via Paolo Fabbri 43 pubblicato nel 1976. Settimo lavoro in studio per il cantautore di Modena, è dedicato alla vita e ai personaggi dell'omonima via di Bologna in cui ha vissuto per qualche anno prima del ritiro sull'Appennino Tosco-Emiliano. La canzone è la seconda traccia del lato A, un pezzo che racconta le sue notti bolognesi all'insegna del vino e della denuncia al potere dispotico.

Canzone per Piero è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Stanze di vita quotidiana pubblicato nel 1974. Sesto lavoro in studio per il cantautore emiliano, si tratta di uno dei dischi più difficili e stressanti a cui Guccini abbia mai lavorato... apparentemente a causa del produttore Pier Farri. La canzone è dedicata a uno dei suoi più grandi amici, Piero appunto; amicizia che dura fin dai tempi dell'infanzia.

Canzone per Silvia è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Parnassius Guccinii pubblicato nel 1993. Sedicesimo lavoro in studio per il cantautore emiliano, prende spunto nel titolo dalla farfalla \"Parnassius mnemosyne guccinii\", nome attribuitole in suo onore dall'entomologo Giovanni Sala. La canzone è il brano d'apertura del disco ed è dedicata a Silvia Balardini, attivista romana condannata negli Stati Uniti per \"Associazione sovversiva\".

Canzone per il Che è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Ritratti pubblicato nel 2004. Ventesimo lavoro in studio per il cantautore modenese, si tratta di un concept album dedicato interamente ai grandi personaggi della Storia, sia moderna che contemporanea. Il personaggio in questione è il noto rivoluzionario argentino Ernesto Guevara de la Serna, noto come il Che; musica e parole sono scritte insieme a Manuel Vázquez Montalbán e Juan Carlos Biondin.

Canzone per un'Amica è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini contenuto nel primo album Folk beat n.1 pubblicato nel 1967. La canzone è famosa per essere stata da sempre il brano d'entrata in ogni concerto. Parla di una vicenda realmente accaduta a Guccini, l'amica Silvana Fontana, in macchina con il fidanzato, subisce un tragico incidente stradale dove troverà la morte. La canzone vuole ricordarla come una ragazza sorridente e piena di vita. Un grandissimo successo di uno dei più grandi cantautori italiani.

Certo Non Sai è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Ritratti pubblicato nel 2004. Ventesimo lavoro in studio per il cantautore modenese, è dedicato ai personaggi che hanno dato una svolta alla storia (reale o letteraria) come Colombo, Ulisse, Che Guevara. La canzone, invece, è tra le poche a trattare temi amorosi; scritta insieme ad Antonio Marangolo, si presenta con un arrangiamento di primissima qualità che spazia dal tango alla ballata cantautorale.

Canzone uscita nel 1996 con l'album D'Amore Di Morte e Di Altre Sciocchezze, Cirano ne è il brano più rilevante. Scritta da Francesco Guccini con Beppe Dati, si erge come aspra invettiva contro il conformismo delle masse, modernizzando il personaggio di Cyrano de Bergerac, tratto dall'opera teatrale del poeta francese Edmond Rostand.

Culodritto è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini contenuto nell'album Signora Bovary pubblicato nel 1987. Canzone dedicata alla figlia Teresa, all'epoca ancora bambina. Il termine \"culodritto\" nel gergo modenese rappresenta quell'atteggiamento che spesso hanno i bambini indispettiti o arrabbiati, quando fingono di andare via. Una dolce ballata in 6/8 affidata esclusivamente alla voce e all'arpeggio di due chitarre acustiche.

Dio è Morto è un brano interpretato da Francesco Guccini.

Don Chisciotte è un brano un po' letterario e molto autobiografico di Francesco Guccini, in cui il cantautore sembra riconoscersi nell'animo e nelle gesta del paladino nato dalla penna di Miguel Cervantes. E' una lunga ballata in cui la voce dello stesso Guccini duetta con la chitarra d'accompagnamento e che per certi versi fa eco al suo Cirano di trent'anni prima.

E un Giorno è una canzone scritta e interpretata da Francesco Guccini, pubblicata nel 2000 nell'album Stagioni. Il brano racconta la storia di un uomo che vive una vita monotona ma che un giorno, grazie a un evento improvviso e inaspettato, si rende conto di come la vita sia preziosa e meravigliosa. La canzone è caratterizzata da un sound folk-rock, con chitarre acustiche e arrangiamenti semplici ma efficaci, nello stile tipico del cantautore emiliano.

Eskimo è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Amerigo pubblicato nel 1978. Disco dedicato al noto viaggiatore Amerigo Vespucci, accostandolo in parallelo alla storia del prozio del cantautore, Enrico Guccini. La canzone, parla del periodo del matrimonio con Roberta Bacilieri e della difficile relazione vissuta a Bologna. Tra i due co sono delle differenze di classe, lei può permettersi il Paletot, lui soltanto un semplicissimo eskimo.

Farewell è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini contenuto nell'album Parnassius Guccinii pubblicato nel 1993. Il disco, che ha vinto il prestigioso premio Tenco, cita nel titolo un tipo di farfalla presente nell'Appennino tosco-emiliano zona natia del cantautore. La canzone invece è dedicata alla moglie Angela, da cui si era da poco lasciato. Una ballata dolce a chitarra, nel più tipico stile del cantautore emiliano.

Ho Ancora la Forza è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Stagioni pubblicato nel 2000. Diciannovesimo lavoro in studio per il cantautore modenese, ha come tema principale il \"passare del tempo\"... scandito appunto dalle stagioni. La canzone è scritta con la collaborazione di Luciano Ligabue, che firma sia musica che parole; una ballata pop-rock ottima per la chitarra.

Il Pensionato è un brano scritto e inciso da Francesco Guccini, contenuto nell'album Via Paolo Fabbri 43 pubblicato nel 1976. Settima fatica discografica per il cantautore di Modena, prende spunto nel titolo dall'omonima via di Bologna, per quello che era l'esatto indirizzo della sua abitazione in quel periodo. La canzone è la traccia di chiusura del lato B, una ballata folk dedicata ad un ex calzolaio di nome Paolo Mignani, che aveva la bottega nella stessa via.

Il Sociale E L’Antisociale è un brano interpretato da Francesco Guccini.

Il Vecchio e il Bambino è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini contenuto nell'album Radici pubblicato nel 1972. Il testo parla in maniera poetica e narrativa, dello storico processo di industralizzazione, a volte fuori misura, di un Paese come l'Italia, dove immensi campi coltivati, nel giro di pochi decenni vengono completamente ricoperti di cemento e fabbriche. La canzone è uno dei pilastri del cantautorato italiano, un vero capolavoro.

Incontro è un brano scritto e interpretato dal grande Francesco Guccini contenuto nell'album Radici pubblicato nel 1972 dall'etichetta EMI. Quarto lavoro in studio per il cantautore modenese si discosta dai dischi precedenti per l'influenza \"progressive\" tipica di quegli anni, resta quello che è considerato il suo capolavoro discografico. La canzone fa parte della colonna sonora di \"Radio Freccia\", film di Luciano Ligabue del 1998.

La Locomotiva è uno dei brani più celebri di Francesco Guccini, immancabile ai suoi concerti e sempre eseguita come ultimo pezzo a furor di popolo. E' stata incisa nel 1972 con l'album Radici e narra di un atto di pazzia (realmente accaduto) del macchinista Pietro Rigosi, che ne 1893 tentò di schiantarsi a bordo di una locomotiva contro la stazione di Bologna; i binari però furono deviati tempestivamente e la carrozza andò a schiantarsi contro un vagone sostato in un binario tronco. E' stata riarrangiata dai Modena City Ramblers nel 1996 ed incisa nel loro album La Grande Famiglia, con l'aggiunta di due riff strumentali.

La Tua Libertà è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Ritratti pubblicato nel 2004. Ventesimo lavoro in studio per il cantautore emiliano, è composto da canzoni-ritratti che descrivono personaggi importanti della storia come Ulissa, Cristoforo Colombo, il Che... La canzone è la traccia di chiusura del disco e risale al 1971, incisa e mai pubblicata se non con la nuova versione di trentatre anni dopo.

Lettera è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album D'amore di morte e di altre sciocchezze pubblicato nel 1996. Diciassettesimo lavoro in studio per il cantautore modenese, è dedicato al bassista Victor Sogliani e al fumettista Bonvi, entrambi suoi amici d'infanzia scomparsi poco prima dell'uscita del disco. La canzone è la traccia d'apertura, una ballata pop-rock atipica per il classico stile gucciniano. Comunque ottima per essere accompagnata con la chitarra.

L'Avvelenata è una canzone scritta e incisa da Francesco Guccini nel 1976. Si tratta di una canzone che esula dal repertorio del cantautore emiliano, scritta di getto forse in un momento di rabbia, molto apprezzata dal pubblico ma \"rinnegata\" dal suo autore che molto spesso si è rifiutato di cantarla. È una denuncia contro gli artisti che “predicano bene e razzolano male” e, in fondo, hanno come fine solo il profitto e il consumismo. Guccini se ne discosta e rivendica la scelta di fare canzonette per suo diletto e per chi le vuole ascoltare, in barba alle più svariate accuse ed epiteti che gli vengono rivolti.

L'Isola Non Trovata è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album omonimo pubblicato nel 1970. Terzo lavoro in studio per il cantautore di Modena, è un vero e proprio unicum nella sua discografia, complice la scelta delle tematiche e degli arrangiamenti che includono molta rumoristica. La canzone, che dà il titolo al disco, è il brano d'apertura del lato A: una delicata ballata folk che identifica il concetto di isola con le nostre utopie, sia personali che sociali.

L'Ubriaco è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Due anni dopo pubblicato nel 1970. Secondo lavoro in studio per il cantautore modenese, denota una certa maturazione artistica che lo porta verso temi più esistenzialisti come lo scorrere del tempo e la critica verso la borghesia. La canzone è la quinta traccia del lato B ed il frutto di tante sere passate nelle osterie di Bologna... dove ogni bizzarro incontro era un ottimo spunto.

L'Ultima Thule è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album omonimo pubblicato nel 2012. Si tratta dell'ultimo disco di inediti per il cantautore modenese, progetto che non è stato presentato durante i concerti (se non per qualche brano anticipato) a causa del suo ritiro dalle scene avvenuto l'anno precedente. La canzone è la traccia di chiusura dell'album e racchiude simbolicamente tutta la sua carriera musicale. Il titolo, come detto dallo stesso Guccini, era già stato scelto molto tempo prima ma ha dovuto attendere il momento dei \"saluti finali\".

L'Ultima Volta è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album L'ultima Thule pubblicato nel 2012. Ventiquattresimo ed ultimo lavoro in studio per il cantautore di Modena, si rivela l'ennesimo grande successo con ben 120.000 copie vendute in poco più di un anno. La canzone è scritta con la collaborazione del chitarrista argentino Juan Carlos Biondini, una delicata ballata folk che ricorda lo stile gucciniano delle origini.

Nostra Signora dell'Ipocrisia è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Parnassius Guccinii pubblicato nel 1993. Sedicesimo lavoro in studio per il cantautore modenese, è un disco che riscuote ottimi consensi dalla critica specializzata tanto da aggiudicarsi il prestigioso Premio Tenco. La canzone è la quinta traccia dell'album e nasce dagli eventi di Tangentopoli, analizzando la politica italiana ormai pregna di corruzione e malaffare.

Odỳsseus è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Ritratti pubblicato nel 2004. È il ventesimo lavoro in studio per il cantautore modenese, dove ogni canzone del disco è un vero e proprio \"ritratto musicale\" passando da Cristoforo Colombo alla storia attuale italiana col il G8 di Genova e la tragedia di Giuliani. La canzone è il brano d'apertura e ci racconta la famosa vicenda omerica di Ulisse, in chiave assolutamente personale e poetica.

Per Fare un Uomo è un brano interpretato e inciso dai Nomadi, contenuto nell'album Per quando noi non ci saremo pubblicato nel 1967. Disco d'esordio per la band di Novellara, è costituito per metà da cover di pezzi in inglese e l'altra da canzoni scritte dal loro più fidato collaborare: il cantautore e conterraneo Francesco Guccini. È proprio sua la firma di \"Per fare un uomo\" e qui trovate la versione live tratta da Album concerto del 1979, in cui Guccini e i Nomadi duettano.

Piazza Alimonda è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Ritratti pubblicato nel 2004. Si tratta del ventesimo disco di inediti per il cantautore modenese, le cui canzoni sono ciascuna una specie di dialogo tra lui e un noto personaggio della storia (esempio Ulisse, Colombo, Che Guevara...) La canzone invece ci porta a Genova, esattamente durante gli scontri del G8 2001 dove morì Carlo Giuliani. Testo a lui dedicato.

Piccola Città è un brano scritto e interpertato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Radici pubblicato nel 1972. Quarto lavoro in studio per il cantautore di Modena, segna un salto di qualità nella sua produzione specialmente per quanto riguarda il sound e gli arrangiamenti, che strizzano l'occhio al progressive molto in voga all'epoca. La canzone è dedicata alla sua città natale, luogo da cui scappò a soli tre anni a causa della guerra e dove tornò per passare l'adolescenza.

Piccola Storia Ignobile è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Via Paolo Fabbri 43 pubblicato nel 1976. Settimo lavoro in studio per il cantautore di Modena, prende spunto nel titolo dall'indirizzo di Bologna in cui abitava in quegli anni ed è ispirato ai personaggi che incontrava lungo la vita di tutti i giorni. La canzone è la traccia d'apertura del lato A, una ballata cantautorale che parla dell'allora scottante tema dell'aborto... a quei tempi ancora un tabù fino alla legge del 1978.

Primavera di Praga è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Due anni dopo pubblicato nel 1970. Secondo disco di inediti per il cantautore modenese, è caratterizzato da una forte vena esistenzialista... per cui lo scorrere del tempo e la borghesia sono temi ricorrenti in tutti i pezzi. La canzone è la seconda traccia del lato A e quella più \"reazionaria\" dell'intero album; il testo racconta del suicidio dello studente ceco Jan Palach, morto in Piazza San Vinceslao a Praga durante le rivoluzione contro i Sovietici.

Quattro Stracci è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album D'amore di morte e di altre sciocchezze pubblicato nel 1996. Diciassettesimo lavoro in studio per il cantautore modenese, il disco è dedicato a Victor Sogliani, bassista degli Equipe 84 e a Bonvi noto fumettista, amici stretti di guccini ed entrambi scomparsi poco prima dell'uscita dell'album. La canzone parla della travagliata storia d'amore con Angela, madre di sua figlia Teresa.

Quello Che Non... è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album omonimo pubblicato nel 1990. Disco che prosegue lo stile poetico e letterario degli album precedenti, viene molto apprezzato da critica e pubblico. La canzone è il brano d'apertura dell'intero prodotto, una ballata in 12/8 accompagnata dalla immancabile chitarra acustica, in puro stile folk.

Samantha è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Parnassius Guccinii pubblicato nel 1993. Si tratta del suo sedicesimo lavoro in studio, disco che il cantautore emiliano dedica alla farfalla \"Parnassius mnemosyne guccinii\"... nome attribuitole dal ricercatore (e suo fan) Giovanni Sala. La canzone è la terza traccia dell'album, una ballata pop in stile cantautorale dove il valore aggiunto sono i pregevoli assoli di sax e violino eseguiti rispettivamente da Antonio Marangolo e Lucio Fabbri.

Scirocco è un brano scritto e inciso da Francesco Guccini, contenuto nell'album Signora Bovary pubblicato nel 1987. Tredicesimo lavoro in studio per il cantautore modenese, è un concept album dedicato alle persone della sua famiglia che, nel disco, vengono soprannominate con nomi di spicco come Van Loon o la stessa Madame Bovary. La canzone è la traccia d'apertura del disco e vede come protagonista un suo caro amico, alle prese con la fine di una storia d'amore e l'inizio di una nuova.

Shomèr ma mi-llailah? è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Guccini pubblicato nel 1983. Nono disco di inediti per il cantautore modenese, è una sorta di concept album che ha come tema principale la sua idea moderna di viaggio: che sia cioè una cosa del tutto inutile come mezzo di conoscenza. La canzone è la traccia d'apertura del lato B, un inno folk a tutte le persone in cerca di qualcosa o qualcuno... e a chi non smette mai di farsi domande.

Signora Bovary è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album omonimo pubblicato nel 1987. Si tratta del suo tredicesimo lavoro in studio, disco che il cantautore di Modena dedica al noto romanzo \"Madame Bovary\", scritto da Gustave Flaubert nel 1856. La canzone, che dà il titolo all'album, è il brano n.2; una ballata dove spicca l'ottimo sax di Antonio Marangolo... da qui in poi determinante nel nuovo sound gucciniano degli anni '90.

Stagioni è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini contenuto nell'album monimo pubblicato nel 2000. Disco che ha come tema conduttore il tempo, il tempo che passa attraverso il susseguirsi delle stagioni. La canzone è dedicata alla figura di Ernesto Che Guevara e alla sua morte, evento che ha sconvolto intere generazioni di giovani. Musicalmente si presenta come una ballata in 6/8 dal sound acustico fatto di chitarre, tipico stile gucciniano.

Stelle è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album D'amore di morte e di altre sciocchezze pubblicato nel 1996. Diciassettesimo lavoro in studio per il cantautore modenese, è dedicato a Victor Sogliani, bassista degli Equipe 84, e al fumettista \"Bonvi\". La canzone è la quarta traccia del disco, una ballata cantautorale che descrive le sensazioni di un uomo sotto un affascinante cielo stellato.

Ti Insegnerò a Volare è un brano scritto e interpretato da Roberto Vecchioni, contenuto nell'album L'infinito pubblicato nel 2018. Disco che, per volere del cantautore milanese, esce solo in modalità CD e non digitale... scelta che comunque frutta oltre 25,000 copie vendute. La canzone vede la partecipazione vocale di Francesco Guccini : una vivace ballata pop dedicata ad Alex Zanardi.

Ti Ricordi Quei Giorni è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album...quasi come Dumas... pubblicato nel 1988. Si tratta di un album registrato dal vivo, il quarto della sua carriera, in cui il cantautore modenese inserisce un solo inedito ovvero questa canzone. Musica e parole, in realtà risalgono agli anni Sessanta; fu messa nel cassetto e poi \"rispolverata\" dopo due decenni, per raccontare in maniera romantica e nostalgica di una storia d'amore ormai finita.

Un Altro Giorno È Andato è un brano scritto e inciso da Francesco Guccini, contenuto nell'album L'isola non trovata pubblicato nel 1970. Terza fatica discografica per il cantautore modenese, ha come filo conduttore il Tempo inteso sia come storia dell'umanità che come lento ed inesorabile scorrere della nostra vita. La canzone è il brano di chiusura del lato A; scritta due anni prima e già incisa con un arrangiamento diverso, nel disco si presenta come una delicata ballata folk a due chitarre.

Una Canzone è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell'album Ritratti pubblicato nel 2004. Disco che ha come prerogativa il confronto con personaggi storici come Ulisse, Cristoforo Colombo, Che Guevara... creando dialoghi musicali in forma di canzone. Disco che riscuote anche un discreto successo di pubblico rimanendo per due settimane in testa alle classifiche. In questo brano invece si tenta di descrivere cosa sia realmente una \"Canzone\" tanto piccola e povera ma al tempo stesso tanto grande quanto ricca.

Vedi Cara è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini contenuto nell'album Due anni dopo pubblicato nel 1970. Secondo disco per il cantautore modenese, si conferma come uno delle nuove realtà musicali italiane. La canzone, basata su un arpeggio di chitarra acustica, richiama allo stile folk americano, un pò alla \"Bob Dilan\". Anche la struttura strofica senza l'uso dei ritornelli fa riferimento a quel genere, a cui tanti cantautori di quell'epoca hanno attinto.

Venezia è un brano inciso da Francesco Guccini, contenuto nell'album Metropolis pubblicato nel 1981. Decimo lavoro in studio per il cantautore modenese, è dedicato alle città che hanno lasciato un segno nella storia come Bisanzio, Bologna, Milano. In questo caso la protagonista della canzone è la città dei Dogi, il cui testo porta la firma di Gian Piero Alloisio, rivisitato dallo stesso Guccini; risale originariamente al 1979 quando fu incisa dal gruppo dello stesso Alloisio: l'Assemblea Musicale Teatrale.

Via Paolo Fabbri 43 è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini, inserito nell'album omonimo pubblicato nel 1976. Il disco è il sesto più venduto in quell'anno e inserito alla posizione n.29 dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo la nota rivista Rolling Stone. La canzone cita nel titolo quello che allora era l'indirizzo di casa del cantautore emiliano, l'abitazione di Bologna. Il testo, ironico e sarcastico, vuole essere un incitamento a pretendere di più ma soprattutto a fare di più.

Vorrei è un brano scritto e interpretato da Francesco Guccini contenuto nell'album D'amore di morte e di altre sciocchezze. Diciassettesino lavoro in studio per il cantautore modenese, l'ntero lavoro è dedicato a due amici d'infanzia entrambi scomarsi poco prima dell'uscita del disco: Victor Sogliani bassista degli Equipe 84, e Bonvi, noto fumettista. La canzone è dedicata alla nuova compagna, Raffaella.