'A Tazza 'e Cafè è un brano che fa parte del repertorio popolare napoletano, scritta dal giornalista-paroliere Giuseppe Capaldo e musicata da Vittorio Fassone nel 1918. Il testo è autobiografico, in quanto Capaldo in quegli anni lavorava come barista in un caffè nel centro di Napoli, invaghendosi della proprietaria: una certa Brigida molto affascinante ma dal carattere difficile. Il risultato fu un successo clamoroso che dura tutt'oggi.
'O Marenariello è uno dei grandi classici della Canzone Napoletana, interpretato dai protagonisti indiscussi di questo genere musicale come Roberto Murolo, Sergio Bruni, Mario Trevi. Musica e parole risalgono al 1893 dalla penna di Salvatore Gambardella e Gennaro Ottaviano e nascono da una composizione precedente intitolata 'O mare e ba con il testo di Diodato Del Gaizo; la prima esecuzione del brano fu invece ad opera di Emilia Persico, per poi diventare popolare in tutto il mondo.
Anema e Core è uno dei brani più belli ed emozionanti del repertorio classico napoletano. Canzone scritta nel 1950 da Salve D'Esposito e Tito Manlio, fin da subito riscuote grandissimo successo sia in Italia che all'estero. Interpretata per la prima volta alla radio dal grande Tito Schipa trae ispirazione da un fatto personale realmente accaduto all'autore del testo, pare un litigio poi risolto. Rimane uno dei grandi successi della canzone napoletana.
Chella Llà è un brano che fa parte del repertorio popolare napoletano, pubblicata nel 1956. Il testo è di Umberto Bertini mentre la musica è scritta a quattro mani da Vincenzo Di Paola e Sandro Taccani. Racconta la storia di un uomo che è riuscito a liberarsi del vecchio amore che, a quanto pare, lo opprimeva troppo. Pare che la scelta sia stata azzeccata, in quanto è riuscito a trovare una donna più bella, lasciando zitella la prima.
Come Facette Mammeta è un brano che fa parte del repertorio napoletano, fu scritta da Salvatore Gambardella e Giuseppe Capaldo nel 1908. Presentata al Festival di Piedigrotta, si classificò seconda riscuotendo ottimo successo. Il testo è autobiografico in quanto parla dell'innamoramento dello stesso Capaldo di una certa Vincenzella, sua vicina di casa che non ha mai corrisposto il suo amore. Anzi pensò bene di sposare il fratello del povero Capaldo.
Core 'Ngrato è un brano dello storico repertorio della canzone napoletana. Scritto nel 1911 a New York dall'emigrato Riccardo Cordiferro e musicato da Salvatore Cardillo, inizialmente considerato dai compositori stessi una \"porcheriola\". Mai si sarebbero aspettati che la canzone riscuotesse così grande successo in tutto il mondo, poi interpretata dai più grandi cantanti lirici, da Caruso a Pavarotti. Il testo è un inno all'amore non corrisposto, tipico tema della canzone napoletana.
Dicitencello Vuje è un brano che apartiene allo storico repertorio popolare napoletano, scritta nel 1930 da Rodolfo Falvo per la musica, sul testo di Enzo Fusco. Una delle canzoni più struggenti ed emozionanti di questo repertorio, la storia che racconta è uno degli intrecci amorosi che meglio costruiti non si può! Un uomo confessa il suo amrore tormentato non direttamente ma tramite un'amica della persona amata. Colpo di scena, durante la canzone si scopre che in realtà è proprio l'amica che egli ama.
Dove Sta Zazà è un brano dello storico repertorio popolare napoletano, scritta da Raffaele Cutolo e Giuseppe Cioffi nel 1944. Canzone la cui elaborazione, specie del testo, ha avuto vari passaggi e dopo due anni la versione definitiva racconta la storia di Isaia che durante la festa di San Gennaro vede scomparire in mezzo alla folla la sua innamorata di nome Zazà. L'anno seguente spera di ritrovarla alla solita festa, ma se non ci riuscirà si accontenta di sposare la sorella. Un grande successo che ha fatto il giro del mondo.
Era de Maggio è un brano che fa parte del repertorio popolare napoletano, musicata da Mario Pasquale Costa su una poesia di Salvatore Di Giacomo del 1885. Si tratta di una delle canzoni in lingua napoletana più belle e struggenti di sempre, dalla melodia, tradizionalmente italiana, ben costruita e appassionante. Racconta la storia di due giovani che si lasciano in Maggio, per poi rincontrarsi e riavvicinarsi il Maggio seguente.
Funiculì Funiculà è un brano che appartiene al repertorio napoletano, una delle canzoni più famose al mondo, diventata poi simbolo della musica popolare italiana di stile melodico. Fu scritta dal giornalista Giuseppe Turco e dal compositore Luigi Denza nel 1880 per onorare la costruzione della funiculare che permetteva di arrivare in cima al Vesuvio, opera costruita nel 1879. Fu da subito un grandissimo successo, tanto da far vendere all'editore Ricordi più di un milione di copie.
Guaglione è un brano del repertorio popolare napoletano, scritto nel 1956 da Nicola Salerno per il testo, e musicato da Giuseppe Fucilli. Presentata al Festival di Napoli dello stesso anno, riscosse grandissimo successo tanto da entrare nella Hit-Parade al primo posto. La canzone racconta di un giovane che per un amore non corrisposto non mangia e non dorme. Il consiglio è quello di lasciar perdere e tornare all'ingenuità e alla spensieratezza della sua età. Tanto per le donne c'è sempre tempo.
I' Te Vurria Vasà è un grande classico della canzone napoletana, scritta nel 1900 da Eduardo Di Capua, Vincenzo Russo e Alfredo Mazzucchi. È considerato uno dei capolavori, nonchè un fondamento, del repertorio popolare napoletano dove melodia e trama struggente ottengono il risultato che tutti sappiamo. Tratto da un'esperienza realmente vissuta dall'autore del testo, Vincenzo Mazzucchi, innamorato perso di una ragazza che mai avrebbe potuto sposarlo a causa delle differenze di classe. Rimane ai posteri un grandissimo successo.
Luna Rossa è un brano appartenente alla tradizione popolare napoletana, una della canzoni di questo genere più famose al mondo. Musicata da Antonio Vian sul testo di Vincenzo De Crescenzo nel 1950, fu presentata al Festival di Piedigrotta diventando un grandissimo successo, uno dei più grandi del dopoguerra. Il testo racconta di un uomo che in piena notte vaga per la città nella speranza che la sua amata si affacci dal balcone. C'è solo la Luna a rispondergli che non ci stà nessuno.
Malafemmena è un brano della tradizione napoletana, interpretato magistralmente dal grande Roberto Murolo, ultimo testimone musicale di un repertorio accompagnamto esclusivamente dalla chitarra classica. La canzone non ha certo bisogno di presentazioni, scritta da Antonio De Curtis in arte Totò nel 1956. Diventato nel tempo un grande classico della canzone napoletana.
Maruzzella è un brano dello storico repertorio popolare napoletano, scritta dal grande Renato Carosone sul testo di Enzo Bonagura nel 1955. Per scrivere la canzone, Carosone prende spunto da sua moglie Italia Levidi, mischiando stili diversi come Napoli e Medio Oriente. Il risultato è un grande successo senza tempo a ritmo di Beguine, successo che è valso persino un musicarello omonimo del 1956.
‘Na Voce, ‘Na Chitarra e ‘o Poco ‘e Luna è un brano dello storico repertorio della canzone napoletana, scritto nel 1954 da Ugo Calise per il testo e da Carlo Alberto Rossi per la musica. Il testo rispecchia in pieno lo stile napoletano dove l'amore è al centro di tutto, l'amore sognato, desiderato. Basta una chitarra, la luce della Luna e tanta passione. Una dele più belle serenate di sempre
O Sole Mio è un brano che fa parte del repertorio napoletano, una di quella canzoni che ha fatto svariate volte il giro del mondo, esempio dello stile melodico tradizionalmente italiano. Scritta da Giovanni Capurro e Eduardo di Capua, rispettivamente giornalista e compositore napoletani, nel 1889 e fu presentato ad un concorso canoro a Napoli, senza riscuotere successo. Nessuno sapeva che il secolo futuro avrebbe consacrato il brano come un successo mondiale.
Pigliate 'na Pastiglia è un brano che fa parte del tradizionale repertorio popolare napoletano. Canzone scritta ed incisa dal grande Renato Carosone nel 1957, riscuote grandissimo successo in Italia ma anche negli USA senza neanche essere tradotta in un'altra lingua. Il testo racconta di un uomo che vaga nella notte non riuscendo a prendere sonno a causa del suo amore infelice. Il consiglio più utile è quello di prendersi una pasticca!
Reginella è un brano composto nel 1917 dal compositore napoletano Gaetano Lama su testo del poeta e drammaturgo Libero Bovio. Fin dalla sua prima incisione fu un notevole successo discografico per i tempi, che vide accrescere la propria fama nel tempo fino a divenire uno dei più celebri classici della tradizione musicale napoletana. Questo anche grazie alle reinterpretazioni di successo di artisti partenopei dei più noti, tra le quali spicca quella di Roberto Murolo che ne ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia.
Scapricciatiello è un brano che appartiene alla tradizionale repertorio popolare napoletano. Scritto da Pacifico Vento e musicato da Ferdinando Albano nel 1954, fu cantato con notevole successo da Aurelio Ferro che grazie a questa canzone intraprende la professione di cantante. Il testo parla di uno Scapricciatiello, ovvero di un ragazzo scapestrato, e di sua madre che lo implora di lasciar stare una donna assai pericolosa in fatto di amore.
Simm'e Napule Paisà è un brano della tradizione musicale napoletana, scritto da Peppino Fiorelli e Nicola Valente nel 1944. Scritta subito dopo che la guerra finisse, almeno per la città di Napoli, lasciando dietro se fame, macerie e malattie. Una tarantella dalla musica leggera e dal testo che invita il popolo napoletano a ritrovare speranza, allegria e un pò di leggerezza. Una canzone che a quel tempo divise gli animi e le coscienze.
Tammurriata Nera è un brano appartenente al repertorio napoletano, scritta da Edoardo Nicolardi e E.A.Mario nel 1944. Il testo racconta di una donna che partorisce un bimbo di colore, avuto da un soldato afro-americano durante il passaggio del fronte a Napoli, in piena seconda guerra mondiale. Il fatto è realmente accaduto, come molti in quel periodo storico, e col tempo da canzone razzista è diventata una ballata popolare tutto sommato leggera.
Torna a Surriento è uno dei grandi classici della canzone napoletana, scritta dai fratelli Ernesto e Giambattista De Curtis nel 1902. Pubblicata ufficialmente nel 1905 da lì in poi riscuoterà un successo sempre più grande, tanto da fare il giro del mondo. Canzone che servì alla piccola cittadina campana di poter realizzare la rete fognaria allora inesistente, sicuramente ai posteri rimane un vero e proprio capolavoro.
Vieneme 'Nzuonno è un brano che fa parte dello storico repertorio della canzone napoletana, scritta da Zanfagna e Benedetto nel 1959. Canzone presentata al Festival di Napoli dello stesso anno che in quell'occasione fu interpretata da Nilla Pizzi e Sergio Bruni. Riscosse subito un ottimo successo, successo che fu portato avanti da un altro interprete, Mario Trevi. Il tema ancora una volta è l'amore sofferto, ormai già passato. Rimane solo il sogno, dove poter rincontrare la donna amata.
Voce E Notte è un brano della tradizione napoletana interpretato anche dal grandissimo Roberto Murolo ed incisa con la sua inseparabile chitarra classica. Canzone scritta nel 1903 col testo di Edoardo Nicolardi e la musica di Ernesto De Curtis, una ballata struggente ed emozionante, come solo questo repertorio sa fare.